Ogni anno la giornata del «Cambia la password» suscita reazioni contrastanti. Gli esperti consigliano piuttosto di ripensare le proprie abitudini.
Il 1° febbraio, ormai come da tradizione, la giornata intitolata «Change your password» ha diffuso un consiglio che è esplicito nel nome – le intenzioni sono ottime, ma l’utilità purtroppo è minima. L’idea di base non è nuova: cambiando regolarmente la password si aumenterebbe la sicurezza.
Oggi si sa che esistono altri criteri ben più importanti, perché cambiare la password senza un motivo preciso prende tempo ma produce un beneficio scarso. C’è piuttosto il rischio di annacquare la password esistente aggiungendo indiscriminatamente cifre come «1» o «123», e a lungo termine questa pratica è più dannosa che altro per la sicurezza – le sequenze di caratteri, infatti, diventano più facili da indovinare.
È giusto cambiare la password se si è subita una fuga di dati. A questo indirizzo spieghiamo come verificare se è successo anche a voi.
Una buona password dovrebbe essere lunga almeno 12 caratteri e composta da cifre, lettere maiuscole e minuscole e caratteri speciali. Inoltre, è importante non utilizzare sempre le stesse password dappertutto, ma averne diverse per i vari servizi online.
Ulteriori informazioni sono disponibili nella «fase 4 – Proteggere gli accessi online».